Future Alps: innovazione e partecipazione per le valli Alpine

Montagna 4.0 Future Alps è il progetto promosso dalla Società Economica Valtellinese (SEV) e vincitore di Bandiere Verdi 2024 di Legambiente, che mostra come la partecipazione e la visione collettiva del futuro possano convergere, attraverso il Co-Design, per il bene delle comunità alpine.

Le sfide della macroregione alpina

Come descritto nell’articolo di Maria Chiara Cattaneo, Rocco Scolozzo e Elena Enrica Giunta per Futuri Magazine, le montagne, e in particolare la macroregione alpina, si trovano ad affrontare sfide complesse che mettono a dura prova le comunità locali

Tra queste troviamo le difficoltà di sviluppo economico dovute a fattori geografici e politici, che non consentono la piena  valorizzazione delle risorse naturali e culturali, ma anche lo spopolamento e l’invecchiamento accelerato della popolazione, che aggravano lo squilibrio in termini di opportunità di lavoro e disponibilità di servizi tra aree urbane e montane. Infine, i cambiamenti climatici, i megatrend globali e l’aumento della domanda di turismo, spesso in contrasto con le esigenze di tutela ambientale e sviluppo locale, rappresentano ulteriori elementi di complessità.

In tale contesto, il progetto Future Alps si propone di favorire lo sviluppo sostenibile delle Alpi attraverso un approccio partecipativo che ha coinvolto attivamente le comunità locali della Valtellina, nel nord Italia, in un processo di Co-Design che ha visto l’utilizzo di metodologie di Design Thinking e Future Studies.

Rivista Futuri


Un nuovo approccio alla partecipazione e all’innovazione

Attraverso la progettazione collettiva, Montagna 4.0 Future Alps ed. 2020/21 e 2021/22 ha permesso di sensibilizzare la comunità valtellinese sui cambiamenti locali presenti e futuri, stimolando una riflessione comune sulle traiettorie di sviluppo sostenibile.

A tale scopo, Studio SHIFT ha coinvolto studenti delle scuole superiori, insegnanti, imprese e stakeholder locali in un ciclo di sei workshop, ciascuno suddiviso in tre incontri, tenutisi da settembre a dicembre 2020. 

Attraverso laboratori di design thinking e di previsione partecipativa, nonché dialoghi intergenerazionali e open talk con esperti, i workshop hanno affrontato temi specifici, come la montagna del futuro, l’innovazione sostenibile e sociale, gli eventi per il turismo alpino, le attività di protezione, produzione e promozione del territorio.

Questo ha permesso di identificare strategie di sviluppo sostenibile in modo collaborativo, anche grazie all’utilizzo di strumenti come le matrici di scenari di incertezza e le cartoline dal futuro per rendere realistiche le strategie di sviluppo identificate. 

Bandiere Verdi 2024

I risultati del progetto Future Alps

Il progetto Future Alps ha prodotto una serie di risultati significativi, tra cui:

Il progetto rappresenta quindi un esempio di come, attraverso il design partecipativo e i future studies, la formazione e la partecipazione comunitaria possano essere sperimentate oltre la mera dimensione consultiva, portando a risultati concreti e positivi per tutta la collettività.

L’iniziativa ha inoltre dimostrato l’importanza di coinvolgere diverse generazioni in un dialogo costruttivo, superando le barriere tra giovani e adulti per costruire insieme un futuro sostenibile. La partecipazione attiva degli studenti, in particolare, ha evidenziato anche che le giovani generazioni possono essere una fonte preziosa di idee e prospettive innovative.

Alcuni numeri significativi:

Future Alps offre un modello replicabile per altre comunità, alpine e non solo, promuovendo un approccio collettivo e lungimirante al cambiamento e allo sviluppo sostenibile, offrendo ai cittadini l’opportunità di costruire il proprio futuro desiderabile. Perché, come affermato dalla designer Shawn Wolf, “Se si è coinvolti, si è corresponsabili del processo decisionale”. 

Rigenerare i luoghi non urbani: l’esperienza di Studio SHIFT

Le montagne sono territori ricchi di storia, cultura e potenzialità inespresse, spesso messi in ombra dalle grandi città.  Dopo anni di progressivo abbandono, tuttavia, stanno vivendo una fase di rinnovamento il cui merito va anche alle iniziative di rigenerazione non urbana che si propongono di trasformare le comunità montane attraverso processi innovativi di community-making e co-design.

La nostra Elena Enrica Giunta ha esplorato queste tematiche insieme a Laura Galluzzo e Ambra Borin, nel paper “Designing transformative processes in mountain realms“, pubblicato da Linköping University Electronic Press, che delinea un quadro completo delle trasformazioni in atto. 

L’articolo racconta gli esiti del corso didattico TUS – Alpine Experiment presso Scuola del Design, e quelli di HOST2026 tra le offerte del programma internazionale congiunto di ASP – Alta Scuola Politecnica (legata al Politecnico di Milano e di Torino) XVII ciclo, che hanno coinvolto gli studenti in processi di co-creazione con le comunità alpine.

Il paper DUT e il talk online: progettare spazi di inclusione

Il  17 giugno 2024, durante il talk online di DUT  “Urban lunch talk: repurposing spaces in neighbourhoods: bridging local challenges with societal ambitions“, Elena Enrica Giunta, insieme ad Annita Douka, Ann Mudsley e Diego Luna Quintanilla, ha esplorato le sfide e le opportunità legate alla riprogettazione degli spazi urbani e rurali.

In particolare, nel suo intervento, ha parlato della rigenerazione come un processo metodologico che coinvolge comunità di diverse dimensioni nel ripensare gli spazi pubblici per il bene collettivo. Questo processo non si limita alla trasformazione fisica degli ambienti, ma include anche un importante aspetto sociale, poiché porta a rafforzare il senso di appartenenza e l’identità delle comunità coinvolte e promuove un ambiente più inclusivo e partecipato.

Ne è un esempio concreto il progetto “Stargate nelle Alpi” a cui Studio SHIFT ha preso parte, coinvolgendo i giovani di alcune comunità rurali alpine nella valorizzazione del patrimonio culturale locale.

Il ruolo del design nelle comunità montane

Studio SHIFT è in prima linea nella ricerca di soluzioni innovative che possano rigenerare le aree interne per renderle più attrattive e inclusive. Per questo siamo convinti soci di RIFAI – Rete Italiana Facilitatori Aree Interne, un network di giovani italiani tra 18 e 40 anni che abita le aree interne della Penisola, promuovendo un modo innovativo di percepire e vivere le realtà locali. La rete lavora per connettere comunità di giovani professionisti, promuovendo nuove politiche territoriali e dimostrando che le aree interne sono territori creativi e partecipati.

Inoltre, siamo membri attivi del Gruppo Lombardo insieme a Tracciaminima, Avanzi Discover e Resinelli Tourism Lab.

L’obiettivo è ripensare la narrazione della montagna e delle sue comunità, per disegnare nuovi servizi e spazi pubblici, le infrastrutture e i servizi digitali per favorire lo sviluppo socio-economico e culturale delle zone montane attraverso soluzioni innovative e sostenibili, capaci di mettere in discussione e migliorare le configurazioni sociali esistenti.

Progetto Open Fuentes

In questo contesto, tra i progetti realizzati da Studio SHIFT troviamo:

Progetto CAST

Un nuovo paradigma di rigenerazione

Per Studio SHIFT, un futuro più sostenibile e inclusivo per i territori non-urbani passa attraverso la collaborazione con le comunità locali e la progettazione partecipativa. Questo approccio richiede il coinvolgimento attivo delle persone e l’adozione di metodologie innovative di envisioning e design partecipativo, rappresentando una sfida e un’opportunità unica per le comunità locali.

Progetto CAST - il Castello delle Storie di montagna

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Design Sprint 4ETS in Bogotà

In Colombia per promuovere la convivenza cittadina

Studio SHIFT prosegue nella missione di promuovere l’innovazione sociale attraverso progetti di design coinvolgenti e di impatto. Ne è un esempio il Design Sprint 4ETS, un format di workshop intensivo che facilita la co-creazione di soluzioni a sfide sociali complesse.

Che cosa sono i Design Sprint 4ETS?

I Design Sprint 4ETS sono un format ideato da Studio SHIFT e realizzato lungo tutto il 2023 con il contributo di Regione Lombardia, insieme alle imprese sociali lombarde Alchimia di Bergamo, Sociosfera di Seregno e Itaca di Romano di Lombardia.

Il format si basa su un processo di design iterativo e collaborativo nato da un adattamento originale della più nota metodologia Design Sprint 2.0 che ha visto il coinvolgimento attivo di diversi stakeholder, tra cui designer, enti del terzo settore, decisori politici e utenti finali, e ha generato una serie di proposte concrete per affrontare le sfide di volta in volta identificate, come Campagne di sensibilizzazione per promuovere la tolleranza e il rispetto per la diversità, piattaforme digitali per facilitare la comunicazione e la collaborazione tra i cittadini, e spazi pubblici inclusivi progettati per favorire l’incontro e l’interazione sociale.

L’esperienza progettuale dei Design Sprint 4ETS è raccontata nel volume “DESIGN FOR SOCIAL. Accelerare innovazione nell’impresa sociale”, che dimostra il ruolo cruciale del design come acceleratore di innovazione nelle imprese sociali.

Design Sprint 4ETS in Colombia: innovazione sociale oltreoceano

Grazie agli apprendimenti e ai risultati delle iniziative nazionali, Studio SHIFT ha lanciato il format anche oltreoceano, con il progetto “Design Sprint 4 ESAL Bogotà”: un’esperienza internazionale che ha visto la collaborazione di enti locali in Colombia per affrontare problematiche legate alla convivenza civica.

La Shifter Daniela Montenegro, infatti, ha guidato questa edizione speciale di Design Sprint 4ETS nella sua città natale, Bogotà.

Grazie al sostegno di Studio SHIFT, che ha creduto nel progetto così tanto da autoprodurlo con il suo 1% for Social, è stato possibile coinvolgere un partenariato di organizzazioni ed enti locali colombiani, tra cui REDLAD, Corporación OCASA, Pontificia Universidad Javeriana Facultad Arq. y Diseño – Design Factory Javeriana Bogotá, Fundación SandBox, Inngesta e Fundación Lápiz de Acero, con il sostegno speciale di Cooperativa Itaca.

Guidati da Daniela, i partecipanti al Design Sprint 4ESAL – giovani esperti in Design Strategico, Design dei Servizi e Social Design – si sono concentrati sulla promozione della convivenza cittadina contro i fenomeni di razzismo e di discriminazione, rispondendo alle sfide legate all’espansione delle voci, al rafforzamento delle identità estetiche, all’inclusione e all’empowerment della comunità NARP (Negros, Afro, Raizales y Palenqueros) che risiede nella città di Bogotá.

Nello specifico, attraverso un processo di co-design intensivo, i partecipanti hanno collaborato con gli operatori di Corporación Ocasa e il Consejo Local de Juventud NARP per sviluppare nuove idee e trasformarle in prototipi promettenti a beneficio della collettività, sperimentando anche un meccanismo di partecipazione cittadina implementato nella città di Bogotà (bilanci partecipativi) durante la fase della metodologia in cui vengono valutati l’impatto e lo sforzo delle proposte.

Design Sprint 4 ESAL Bogotà

I risultati:

Progetti come questi testimoniano l’impegno di Studio SHIFT nell’essere agente di cambiamento positivo, promuovendo l’innovazione sociale e la convivenza civica sia a livello locale che internazionale.

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Report integrato 2023

Navigare la resilienza nell’era dell’iperconnessione

Nel corso del suo secondo anno come Impresa Benefit, Studio SHIFT ha fatto della resilienza il perno della sua attività.

Il Report Integrato 2023, dal titolo “Navigare la resilienza nell’era dell’iperconnessione”, racconta il nostro impegno nel promuovere un impatto sociale positivo attraverso soluzioni di design innovative.

In questo articolo desideriamo condividere il percorso intrapreso, i risultati ottenuti e le nostre prospettive future.

Un anno di sfide e di adattamento

Il 2023 è stato un anno di straordinaria adattabilità per Studio SHIFT. Ispirandoci all’“Era della resilienza di Jeremy Rifkin, abbiamo adottato un metodo basato sull’apprendimento e sull’adattamento continui, facendo nostri i princìpi di rigenerazione e co-creazione per trasformarli in azioni concrete. 

Inoltre abbiamo abbracciato processi di lavoro circolari, in cui i bisogni emergono, si trasformano e vengono soddisfatti attraverso soluzioni sempre più sostenibili.

Il concetto di “fiori (e non prodotti)” ha guidato la nostra visione, consapevoli che il successo risiede nella capacità di prosperare anche di fronte alle sfide.

Insieme per la co-creazione

Al centro del nostro operato c’è la profonda consapevolezza del potere della co-creazione. Per questo abbiamo ampliato le nostre collaborazioni, coinvolgendo non solo colleghi e clienti, ma anche stakeholder, partner europei, università e altre organizzazioni chiave. Così, la nostra catena del valore è diventata più ibrida, orizzontale e distribuita, riflettendo la complessità del mondo figitale in cui operiamo.

Attraverso il principio di retroazione, abbiamo imparato a ricevere e a utilizzare feedback esterni per adattare e migliorare il nostro modo di lavorare. Questo ci ha resi più resilienti e anti-fragili, in grado di affrontare le sfide future con maggiore sicurezza e determinazione.

I nostri traguardi in sintesi

Un impatto tangibile: benefici per tutti

Il lavoro di Studio SHIFT ha avuto un impatto tangibile su tutti i nostri stakeholder. Abbiamo aiutato i nostri clienti a sviluppare soluzioni innovative che hanno soddisfatto le loro esigenze strategiche e creato un impatto sociale positivo verso i loro target chiave. Gli impatti indiretti del nostro lavoro riguardano quest’anno in prevalenza minori, disabilità (fisica e cognitiva) e gli staff di altre imprese sociali. Quest’ultimo segmento di beneficiari consolida un trend in crescita che si riferisce all’uso proficuo del design thinking e degli approcci/tool di co-design per il design organizzativo o con scopi di miglioramento dell’Employee Experience.

L’ambiente di lavoro offerto da Studio SHIFT ha continuato a incentivare la crescita e lo sviluppo professionale dei nostri collaboratori; oltre alle occasioni di apprendimento on-field come viaggi e conferenze, che hanno contribuito a mantenere elevati i livelli di motivazione e coinvolgimento dei dipendenti.

I nostri progetti hanno contribuito al miglioramento delle comunità, sia a livello locale che internazionale. Ad esempio, abbiamo devoluto l’1% for Planet al progetto DS 4Communities con una prima edizione internazionale a Bogotà, a beneficio della Cooperativa Ocasa e del Consiglio dei Giovani.

 il mini-percorso di pianificazione e marketing strategico per il collettivo di artisti berlinesi UTOPIA TOOLBOX e abbiamo sviluppato attività di design thinking e career design nell’ambito del programma Erasmus+.
Inoltre, iniziative come “IO Leggo” e “SFI – Sperimentare, Fare, Imparare” hanno avuto un impatto positivo sulle comunità del nostro territorio, inclusi gruppi fragili e sottorappresentati, confermando il nostro impegno per una società più inclusiva e sostenibile.

Guardando al futuro: le nuove opportunità

Guardando al 2024, abbiamo identificato diverse aree chiave su cui concentrare i nostri sforzi: ampliare i nostri progetti nelle aree della cultura e della transizione green, focalizzandoci sulla resilienza ai cambiamenti climatici, ma anche espandere le nostre attività di inclusione, supportando comunità marginalizzate e promuovendo diversity ed equità.

Inoltre, vogliamo continuare a valorizzare la collaborazione e la co-creazione, e rimanere un punto di riferimento per la nostra comunità, offrendo supporto e risorse a coloro che condividono la nostra visione di un futuro più sostenibile e inclusivo.

Siamo fiduciosi che il 2024 sarà un altro anno di crescita e successo: noi faremo del nostro meglio per contribuire ad un  mondo più collaborativo e anti-fragile e ci piacerebbe averti al nostro fianco. Per questo, ti invitiamo a iscriverti alla nostra newsletter per tutti gli approfondimenti sul nostro lavoro e per essere coinvolto nelle prossime iniziative di Studio SHIFT.

Clicca e scarica il nostro Report Integrato 2023!

Progetto Alpha Skills

Equipaggiare i giovani per un futuro green

Il progetto Alpha Skills, finanziato dal programma Erasmus Plus, nasce da un’idea semplice ma potente: dare ai giovani gli strumenti necessari per costruire un futuro migliore e più sostenibile.

L’iniziativa, infatti, mira a fornire a docenti e educatori, in Italia e in Europa, strumenti e metodologie all’avanguardia per supportare i ragazzi tra gli 11 e i 15 anni nelle loro scelte formative e professionali, con particolare attenzione alle Green Skill, generando un impatto positivo su più livelli:

Alpha Skills, un’iniziativa collaborativa

Lo sviluppo del progetto vede la collaborazione di un network di professionisti nazionali e internazionali coinvolti nello sviluppo di toolkit innovativi, nell’organizzazione di workshop e sessioni formative, nella creazione di materiali didattici e nell’attivazione di comunità di pratiche locali:

Ciascuna organizzazione partner ha candidato una propria pratica di orientamento scolastico che è stata socializzata, adattata ai diversi contesti culturali e agli obiettivi europei relativi alle Green Skill in contesti scolastici ed extrascolastici.

Alpha Skills, le fasi del progetto

Alpha Skills ha una durata complessiva triennale; avviato nel 2023, si articola in cinque fasi (work package) con obiettivi specifici:

  1. Definizione del progetto (obiettivi, metodologia e piano di lavoro);
  2. Sviluppo di strumenti innovativi per l’orientamento scolastico e professionale, lo sviluppo dei talenti e l’acquisizione di competenze green;
  3. Adattamento ai contesti locali (gli strumenti e le metodologie sviluppate verranno adattate alle specificità di ciascun paese partner);
  4. Test e valutazioni finali (l’efficacia del progetto verrà misurata e testata rigorosamente in contesti reali, attraverso un’analisi quantitativa e qualitativa dei dati raccolti);
  5. Disseminazione dei risultati, che verranno condivisi con la comunità internazionale attraverso la creazione di una guida completa a libero accesso ed eventi dedicati.

Per quanto riguarda l’Italia, a ottobre 2023 è partita la prima comunità di pratica in Lombardia guidata da Studio SHIFT nella quale sono stati coinvolti docenti e educatori nella sperimentazione delle metodologie sviluppate. Gli esiti locali saranno condivisi nel primo meeting internazionale con i partner del progetto, che si terrà a Morbegno, a fine marzo 2024.

L’obiettivo dell’incontro è discutere i progressi effettuati, condividere i risultati del test della prima metodologia prototipata (il format #FutureMe – Green Version) e delineare i prossimi passi, ma sarà anche l’occasione per coinvolgere i partecipanti in un laboratorio di co-creazione per la prima campagna User Generated Content del progetto.

Alpha Skills: un modello replicabile

Attraverso il coinvolgimento attivo di insegnanti, educatori e operatori giovanili, Alpha Skills si propone di rinnovare il modo in cui i giovani affrontano l’orientamento scolastico e, di conseguenza, ampliare le opzioni per il proprio futuro professionale. Con opportuni design tool, è possibile aumentare la consapevolezza e le competenze necessarie per fare scelte più consapevoli e soddisfacenti sul loro futuro, nell’ottica di plasmare un mondo sostenibile. 

L’iniziativa si configura come un modello replicabile, per questo i risultati del progetto saranno una preziosa risorsa per generare innovazione in ambito educativo. Inoltre, rappresenta un esempio di come il design e il future-thinking possano essere di supporto in processi di pre-visione e anticipazione di futuri possibili, anche nella scuola e rispetto ai mercati del lavoro. Un esempio concreto e positivo di design tool al servizio della buona collaborazione (internazionale) e per la collettività.

Ri-progettare la città

Ri-progettare la città: il City (Re)making secondo Studio SHIFT

Il processo di sviluppo urbano richiede una visione olistica per la creazione di città resilienti, inclusive e sostenibili. È il concetto che Elena Enrica Giunta, Designer, Project Manager e socia fondatrice di Studio SHIFT, esplora nel suo recente articolo “Ri-progettare la città: City (Re)making“, pubblicato sulla rivista Pedagogika. 

Prosegue anche in un altro position paper, sul tema dei Regenerative Neighbourhoods, scritto per la rete Drivig Urban Transition che sarà a breve pubblicato come contributo nell’ambito della DUT Conference 2024. L’evento internazionale, dal titolo “Driving Urban Transitions through Joint Action”, si propone di esplorare il tema della rigenerazione urbana e di fornire una piattaforma per condividere esperienze, idee e best practice nel campo della progettazione urbana sostenibile, coinvolgendo comunità, ricercatori, urbanisti, attivisti ambientali e imprenditori nella condivisione di prospettive e soluzioni innovative per affrontare le sfide urbane del XXI secolo.

Nei due articoli Elena Giunta sottolinea l’importanza cruciale del coinvolgimento delle comunità locali nel processo di riqualificazione urbana attraverso l’approccio inclusivo del CoDesign. Secondo la sua prospettiva, infatti, il city-making è funzionale quando coinvolge non soltanto amministratori ed esperti, ma anche i cittadini comuni, ossia coloro che abitano e vivono in prima persona quegli spazi e che sono portatori di una pluralità di esigenze. 

Questo approccio partecipativo è cruciale perché favorisce la coesione sociale e al contempo crea spazi pubblici vitali e significativi, capaci di diventare luoghi di incontro e di scambio culturale. 

Con il suo lavoro, Elena Giunta esplora anche nuovi approcci emergenti sul piano internazionale, come l’urbanismo tattico e il placemaking (Granata), senza dimenticare l’handmade urbanisme (De Rosa), che mirano alla rapida trasformazione degli ambienti urbani attraverso interventi innovativi e partecipativi.

Infine, enfatizza l’importanza dell’inclusività e dell’uguaglianza nelle città del futuro, illustrando con esempi pratici come la rigenerazione urbana possa diventare una leva strategica di promozione del benessere individuale e collettivo.

A questo proposito, due case-study implementati da Studio SHIFT risultano particolarmente utili per comprendere appieno l’attuazione di questi concetti in contesti reali e dimostrarne la validità in modo empirico: i progetti “Family 2.0” e “Stargate nelle Alpi”.

Il progetto Family 2.0

Il progetto “Family 2.0”, rappresenta una rivisitazione dei giochi di strada tradizionali finalizzata a creare una città a misura di bambino, attraverso la realizzazione di parchi giochi temporanei e spazi pubblici accoglienti. Si tratta di un’interpretazione locale dei recenti approcci di urbanismo tattico che stanno guadagnando terreno nelle principali città europee e italiane.

Il pubblico di riferimento del progetto? I bambini da 0 a 10 anni, insieme alle loro famiglie, che vivono o frequentano la città di Sondrio (21.000 abitanti). 

Alla base dell’iniziativa c’è la volontà di trovare nuove soluzioni alla povertà educativa, migliorando la qualità complessiva degli spazi pubblici urbani. Per realizzare questo obiettivo, è stato sviluppato un set di personaggi che rappresentano “La Family” e con cui i bambini possono giocare. Questi personaggi sono stati declinati in una serie di manufatti, tra cui tre libretti visivi disponibili nei negozi della città, tre installazioni grafiche a scala stradale e un family hub presso la sede di Forme Impresa Sociale

Nel progettare le grafiche urbane, Studio SHIFT ha reinterpretato i giochi di strada per renderli più inclusivi e divertenti, adattandoli all’estetica e all’uso contemporanei, consentendo ai bambini di esplorare e giocare sia individualmente che in gruppo, aumentare la propria familiarità con gli spazi della città e attribuire loro un significato personale. 

Il progetto Stargate nelle Alpi

Il progetto “STARGATE nelle Alpi”, sempre in collaborazione con Forme Impresa Sociale, insieme a Cooperativa Cramars, La Capagrossa, Associazione TSD in collaborazione con Cooperativa Viso a Viso e finanziato dal Ministero della Cultura (nello specifico la Direzione Generale Creatività Contemporanea), ha invece permesso a giovani under 35 di imparare e sperimentare sul campo, in un contesto rurale e alpino, l’efficacia del CoDesign, creando nuove opportunità per le comunità montane delle Alpi. 

Attraverso l’AniMakers Academy, una scuola online che ha fornito loro le competenze necessarie, i partecipanti sono stati coinvolti in un workshop di true Co-Creation a cura di Studio SHIFT e, insieme alla popolazione locale, hanno progettato e costruito strutture urbane temporanee e mobili finalizzate a trasformare spazi pubblici sottoutilizzati in luoghi significativi, promuovendo il senso di appartenenza, ma anche la comunicazione e lo scambio di idee, l’organizzazione di eventi e attività culturali, l’accesso a informazioni e servizi di pubblica utilità.

Queste best practice di Studio SHIFT rappresentano un esempio tangibile di come l’approccio inclusivo del CoDesign possa essere applicato con successo alla rigenerazione urbana, creando spazi pubblici abilitanti che rispondono alle esigenze e alle aspirazioni reali della comunità locale e preparando la strada alle città del futuro.

Community Foodprint App

Community Foodprint App: ridurre lo spreco alimentare e promuovere un’alimentazione sana e sostenibile

Nell’ambito del design per la transizione digitale e green, Community Foodprint è una webapp che si distingue per la sua visione audace e la missione trasformativa. Prodotto realizzato da Studio SHIFT nel 2022-23, tra i risultati del progetto “Frassati FOODprint” per Cooperativa Frassati Onlus, ha l’obiettivo di ridisegnare ed efficientare la filiera di recupero del cibo destinato ai cinque centri di prima accoglienza per persone senza fissa dimora della cooperativa torinese, ottimizzando le risorse e riducendo al minimo lo spreco.

La validità dell’iniziativa è stata riconosciuta da Fondazione Compagnia San Paolo, Circolo del Design e Torino Social Impact tra i 5 vincitori del bando “Wonder: sperimentazioni nel design per l’innovazione sociale”, nato per promuovere l’incontro tra designer ed enti del terzo settore per realizzare progettualità con ricadute positive sulla collettività. 

Siamo partiti proponendo un nuovo approccio olistico e sostenibile alla gestione del cibo in cooperativa. Per raggiungere questo obiettivo, la fase iniziale del progetto ha previsto la realizzazione di interviste condotte con gli operatori che gestiscono il transito del cibo, oltre che una user researchcondotta con diari per registrare le abitudini alimentari degli ospiti dei centri di accoglienza, primi beneficiari del progetto. Questo ci ha consentito di monitorare la quantità, la tipologia e la provenienza del cibo recuperato, ma anche le modalità di preparazione e distribuzione dei pasti. 

Questi elementi hanno istruito lo sviluppo di un software di tracciamento del cibo creato su misura. I dati raccolti dal software sono consultabili in tempo reale, è possibile elaborare report e analisi che consentono di migliorare la gestione della filiera e ridurre lo spreco alimentare, quantificando i consumi reali e quelli evitati (CO2 e acqua non consumate): riduzioni e mitigazioni che generano anche valore economico. Infine, nel progetto sono stati sviluppati manifesti e ricettari volti a migliorare l’offerta alimentare dei centri e promuovere un’educazione alimentare sana e sostenibile. 

Il principale esito di “Frassati FOODprint” è la soluzione digitale, l’app Community Foodprint, che come detto è in grado di tracciare le emissioni lungo il percorso del cibo e fornire metriche concrete all’impatto positivo del recupero alimentare praticato da Cooperativa Frassati. Come Studio SHIFT siamo particolarmente legati a questo progetto perché offre un’opportunità di cambiamento semplice e pragmatica per migliorare la salute delle persone senza fissa dimora, oltre ad ottimizzare le pratiche di sostenibilità ambientale della cooperativa, fornendo metriche molto concrete di watrer- e carbon-footprint.

Nel contesto più ampio della ricerca e dell’innovazione sociale nel territorio piemontese, “Frassati FOODprint” costituisce l’esempio tangibile di come l’integrazione tra il Design dei Servizi e la pratica dei Data Visualization siano stati una risposta vincente per questa sfida sociale. 

La soluzione stimola un atteggiamento responsabile in campo alimentare ed ambientale, risolvendo in modo innovativo il problema di valorizzare l’impatto del recupero alimentare: tema comune a diversi enti del terzo settore e comunità con i medesimi servizi e obiettivi. Per questo, l’iniziativa è stata anche menzionata nel report di Fondazione Sant’Agata dedicato al bando Wonder; il documento afferma che il progetto è “un’iniziativa innovativa che si propone di ridurre lo spreco alimentare e promuovere un’alimentazione sana e sostenibile” e sottolinea inoltre che “ha il potenziale di essere replicato in altri contesti”. Anche la prestigiosa rivista Touchpoint ci ha dedicato uno spazio di racconto per dimostrare che le Imprese Benefit possono coniugare soluzioni di prodotto win-win-win ovvero buone per sé, per il cliente ma anche per le proprie comunità di riferimento e per il Pianeta.

DS Bogota – Call for designer

Design for social (volume, I ed).

Il progetto Design Sprint 4 ETS