Dopo sette mesi di ricerca sul campo, ascolto e co-progettazione, il progetto “Modellare il Tempo. Living Heritage nel territorio alpino” è giunto alla sua conclusione pubblica in Valtellina con la mostra “Corpi di Pietra”, inaugurata il 13 dicembre 2025 presso la Sala delle Acque del BIM Adda a Sondrio.
L’iniziativa, grazie agli interventi di facilitazione e direzione tecnica di Studio Shift, ha esplorato il patrimonio immateriale della lavorazione della pietra, restituendone una lettura contemporanea per tenere insieme memoria, corpo e futuro.

Un progetto sul Living Heritage Alpino
Modellare il Tempo nasce all’interno delle politiche regionali dedicate alla tutela e alla trasmissione del patrimonio culturale immateriale, in linea con la Convenzione UNESCO per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale, ed è stato promosso dall’Archivio di Etnografia e Storia Sociale (AESS) della Direzione Cultura di Regione Lombardia, insieme a ERSAF e Codici Ricerca e Intervento.
Avviato ufficialmente a Milano nel mese di maggio, il percorso ha coinvolto cinque giovani creativi under 35 (Andrea Pugliese, Alice Greggio, Tobia Invernizzi Martini, Luca Toscano e Giorgia Navarra) chiamati a immergersi nei contesti produttivi della Valmalenco: cave attive, botteghe storiche, luoghi della tradizione ma anche industrie e siti contemporanei. Tre missioni sul campo hanno permesso loro di osservare, ascoltare e abitare i gesti degli artigiani, trasformando l’esperienza in materia progettuale.
“Corpi di Pietra”: una mostra esperienziale
La mostra “Modellare il Tempo in Valmalenco. Corpi di Pietra. Saperi vivi e pratiche artigianali di lavorazione della pietra” è il risultato di questo processo collettivo. Un’installazione interattiva che intreccia suono, immagine, parola e gesto, restituendo la dimensione viva del lavoro artigiano e non.
Il percorso si articola in tre installazioni, pensate come parti di un unico paesaggio sensibile:
- BATTITI: un tavolo interattivo accoglie quattro pietre che rappresentano le diverse tipologie lavorate dalla comunità di pratica. Grazie ad un sensore posto sopra ogni pietra, al tocco, si attivano paesaggi sonori raccolti durante la ricerca: colpi di scalpello, rumori di cava, voci degli artigiani. Un invito ad “ascoltare la pietra con le mani”, restituendo fisicità e ritmo a una materia spesso percepita come inerte.
- MEMORIE: quattro stendardi attraversabili che riportano estratti del diario di ricerca realizzato durante le uscite sul territorio. L’installazione è completata da una zona lettura in cui il visitatore può fruire dell’intero racconto, raccolto in un piccolo libro, in cui una ipotetica giovane racconta l’incontro con la valle attraverso i gesti degli artigiani. Il corpo diventa luogo di apprendimento, archivio vivente di un sapere che si trasmette attraverso la pratica.
- FRAMMENTI: un montaggio audiovisivo alterna immagini di archivio con riprese macro della lavorazione, scorci di paesaggio e registrazioni sul campo. Il tempo rallenta, il gesto si ripete, la pietra sembra respirare. È un racconto visivo che mette in relazione materia, corpo e memoria.
Oltre la mostra: un processo che continua
La mostra segna la conclusione del percorso di scoperta e valorizzazione della lavorazione delle pietre in Valmalenco, ma non la fine del progetto Modellare il Tempo. Materiali, storie e installazioni, infatti, resteranno costituiranno la base per nuove azioni di narrazione e trasmissione dei saperi alpini, proseguendo anche a Milano nel corso del 2026.All’interno della cornice di Modellare il Tempo, è stato attivato anche un altro territorio, la Val Camonica, che ospiterà nei prossimi mesi un evento analogo dedicato alla lavorazione del legno, perché “il patrimonio immateriale non è qualcosa da proteggere in una teca, ma una pratica viva che si rinnova attraverso il dialogo”.
