Progetto Alpha Skills

Equipaggiare i giovani per un futuro green

Il progetto Alpha Skills, finanziato dal programma Erasmus Plus, nasce da un’idea semplice ma potente: dare ai giovani gli strumenti necessari per costruire un futuro migliore e più sostenibile.

L’iniziativa, infatti, mira a fornire a docenti e educatori, in Italia e in Europa, strumenti e metodologie all’avanguardia per supportare i ragazzi tra gli 11 e i 15 anni nelle loro scelte formative e professionali, con particolare attenzione alle Green Skill, generando un impatto positivo su più livelli:

Alpha Skills, un’iniziativa collaborativa

Lo sviluppo del progetto vede la collaborazione di un network di professionisti nazionali e internazionali coinvolti nello sviluppo di toolkit innovativi, nell’organizzazione di workshop e sessioni formative, nella creazione di materiali didattici e nell’attivazione di comunità di pratiche locali:

Ciascuna organizzazione partner candida una propria pratica di orientamento scolastico che viene socializzata, adattata ai diversi contesti culturali e agli obiettivi europei relativi alle Green Skill a scuola.

Alpha Skills, le fasi del progetto

Alpha Skills ha una durata complessiva triennale; avviato nel 2023, si articola in cinque fasi (work package) con obiettivi specifici:

  1. Definizione del progetto (obiettivi, metodologia e piano di lavoro);
  2. Sviluppo di strumenti innovativi per l’orientamento scolastico e professionale, lo sviluppo dei talenti e l’acquisizione di competenze green;
  3. Adattamento ai contesti locali (gli strumenti e le metodologie sviluppate verranno adattate alle specificità di ciascun paese partner);
  4. Test e valutazioni finali (l’efficacia del progetto verrà misurata e testata rigorosamente in contesti reali, attraverso un’analisi quantitativa e qualitativa dei dati raccolti);
  5. Disseminazione dei risultati, che verranno condivisi con la comunità internazionale attraverso la creazione di una guida completa a libero accesso ed eventi dedicati.

Per quanto riguarda l’Italia, a ottobre 2023 è partita la prima comunità di pratica in Lombardia guidata da Studio SHIFT: l’obiettivo di coinvolgere docenti e educatori nella sperimentazione delle metodologie sviluppate. Gli esiti locali saranno condivisi nel primo meeting internazionale con i partner del progetto, che si terrà a Morbegno, a fine marzo 2024.

L’obiettivo dell’incontro è discutere i progressi effettuati, condividere i risultati del test della prima metodologia prototipata (il format #FutureMe – Green Version) e delineare i prossimi passi, ma sarà anche l’occasione per coinvolgere i partecipanti in un laboratorio di co-creazione per la prima campagna User Generated Content del progetto.

Alpha Skills: un modello replicabile

Attraverso il coinvolgimento attivo di insegnanti, educatori e operatori giovanili, Alpha Skills si propone di rivoluzionare il modo in cui i giovani affrontano l’orientamento scolastico e, di conseguenza, ampliare le opzioni per il proprio futuro professionale. Con opportuni design tool, è possibile aumentare la consapevolezza e le competenze necessarie per fare scelte più consapevoli e soddisfacenti sul loro futuro, nell’ottica di plasmare un mondo sostenibile. 

L’iniziativa si configura come un modello replicabile, per questo i risultati del progetto saranno una preziosa risorsa per generare innovazione in ambito educativo. Inoltre, rappresenta un esempio di come il design e il future-thinking possano essere di supporto in processi di pre-visione e anticipazione di futuri possibili, anche nella scuola o rispetto ai mercati del lavoro. Un esempio concreto e positivo di design tool al servizio della buona collaborazione (internazionale), e per la collettività.

Ri-progettare la città

Ri-progettare la città: il City (Re)making secondo Studio SHIFT

Il processo di sviluppo urbano richiede una visione olistica per la creazione di città resilienti, inclusive e sostenibili. È il concetto che Elena Enrica Giunta, Designer, Project Manager e socia fondatrice di Studio SHIFT, esplora nel suo recente articolo “Ri-progettare la città: City (Re)making“, pubblicato sulla rivista Pedagogika. 

Prosegue anche in un altro position paper, sul tema dei Regenerative Neighbourhoods, scritto per la rete Drivig Urban Transition che sarà a breve pubblicato come contributo nell’ambito della DUT Conference 2024. L’evento internazionale, dal titolo “Driving Urban Transitions through Joint Action”, si propone di esplorare il tema della rigenerazione urbana e di fornire una piattaforma per condividere esperienze, idee e best practice nel campo della progettazione urbana sostenibile, coinvolgendo comunità, ricercatori, urbanisti, attivisti ambientali e imprenditori nella condivisione di prospettive e soluzioni innovative per affrontare le sfide urbane del XXI secolo.

Nei due articoli Elena Giunta sottolinea l’importanza cruciale del coinvolgimento delle comunità locali nel processo di riqualificazione urbana attraverso l’approccio inclusivo del CoDesign. Secondo la sua prospettiva, infatti, il city-making è funzionale quando coinvolge non soltanto amministratori ed esperti, ma anche i cittadini comuni, ossia coloro che abitano e vivono in prima persona quegli spazi e che sono portatori di una pluralità di esigenze. 

Questo approccio partecipativo è cruciale perché favorisce la coesione sociale e al contempo crea spazi pubblici vitali e significativi, capaci di diventare luoghi di incontro e di scambio culturale. 

Con il suo lavoro, Elena Giunta esplora anche nuovi approcci emergenti sul piano internazionale, come l’urbanismo tattico e il placemaking (Granata), senza dimenticare l’handmade urbanisme (De Rosa), che mirano alla rapida trasformazione degli ambienti urbani attraverso interventi innovativi e partecipativi.

Infine, enfatizza l’importanza dell’inclusività e dell’uguaglianza nelle città del futuro, illustrando con esempi pratici come la rigenerazione urbana possa diventare una leva strategica di promozione del benessere individuale e collettivo.

A questo proposito, due case-study implementate da Studio SHIFT risultano particolarmente utili per comprendere appieno l’attuazione di questi concetti in contesti reali e dimostrarne la validità in modo empirico; stiamo parlando del progetto “Family 2.0” e del progetto “Stargate nelle Alpi”.

Il progetto Family 2.0

Il progetto “Family 2.0”, rappresenta una rivisitazione dei giochi di strada tradizionali finalizzata a creare una città a misura di bambino, attraverso la realizzazione di parchi giochi temporanei e spazi pubblici accoglienti. Si tratta di un’interpretazione locale dei recenti approcci di urbanismo tattico che stanno guadagnando terreno nelle principali città europee e italiane.

Il pubblico di riferimento del progetto? I bambini da 0 a 10 anni, insieme alle loro famiglie, che vivono o frequentano la città di Sondrio (21.000 abitanti). 

Alla base dell’iniziativa c’è la volontà di trovare nuove soluzioni alla povertà educativa, migliorando la qualità complessiva degli spazi pubblici urbani. Per realizzare questo obiettivo, è stato sviluppato un set di personaggi che rappresentano “La Family” e con cui i bambini possono giocare. Questi personaggi sono stati declinati in una serie di manufatti, tra cui tre libretti visivi disponibili nei negozi della città, tre installazioni grafiche a scala stradale e un family hub presso la sede di Forme Impresa Sociale

Nel progettare le grafiche urbane, Studio SHIFT ha reinterpretato i giochi di strada per renderli più inclusivi e divertenti, adattandoli all’estetica e all’uso contemporanei, consentendo ai bambini di esplorare e giocare sia individualmente che in gruppo, aumentare la propria familiarità con gli spazi della città e attribuire loro un significato personale. 

Il progetto Stargate sulle Alpi

Il progetto “STARGATE sulle Alpi”, sempre in collaborazione con Forme Impresa Sociale, Intesa SanPaolo e il Ministero della Cultura (nello specifico la Direzione Generale Creatività Contemporanea), ha invece permesso a giovani under 35 di imparare e sperimentare sul campo, in un contesto rurale e alpino, l’efficacia del CoDesign, creando nuove opportunità per le comunità montane delle Alpi. 

Attraverso l’AniMakers Academy, una scuola online che ha fornito loro le competenze necessarie, i ragazzi sono stati coinvolti in un workshop di true Co-Creation a cura di Studio SHIFT e, insieme alla popolazione locale, hanno progettato e costruito strutture urbane temporanee e mobili finalizzate a trasformare spazi pubblici sottoutilizzati in luoghi significativi, promuovendo il senso di appartenenza, ma anche la comunicazione e lo scambio di idee, l’organizzazione di eventi e attività culturali, l’accesso a informazioni e servizi di pubblica utilità.

Queste best practice di Studio SHIFT rappresentano un esempio tangibile di come l’approccio inclusivo del CoDesign possa essere applicato con successo alla rigenerazione urbana, creando spazi pubblici abilitanti che rispondono alle esigenze e alle aspirazioni reali della comunità locale e preparando la strada alle città del futuro.

Community Foodprint App

Community Foodprint App: ridurre lo spreco alimentare e promuovere un’alimentazione sana e sostenibile

Nell’ambito del design per la transizione digitale e green, Community Foodprint è una webapp che si distingue per la sua visione audace e la missione trasformativa. Prodotto realizzato da Studio SHIFT nel 2022-23, tra i risultati del progetto “Frassati FOODprint” per Cooperativa Frassati Onlus, ha l’obiettivo di ridisegnare ed efficientare la filiera di recupero del cibo destinato ai cinque centri di prima accoglienza per persone senza fissa dimora della cooperativa torinese, ottimizzando le risorse e riducendo al minimo lo spreco.

La validità dell’iniziativa è stata riconosciuta da Fondazione Compagnia San Paolo, Circolo del Design e Torino Social Impact tra i 5 vincitori del bando “Wonder: sperimentazioni nel design per l’innovazione sociale”, nato per promuovere l’incontro tra desinger ed enti del terzo settore per realizzare progettualità con ricadute positive sulla collettività. 

Siamo partiti proponendo un nuovo approccio olistico e sostenibile alla gestione del cibo in cooperativa. Per raggiungere questo obiettivo, la fase iniziale del progetto ha previsto la realizzazione di interviste condotte con gli operatori che gestiscono il transito del cibo, oltre che una user researchcondotta con diari per registrare le abitudini alimentari degli ospiti dei centri di accoglienza, primi beneficiari del progetto. Questo ci ha consentito di monitorare la quantità, la tipologia e la provenienza del cibo recuperato, ma anche le modalità di preparazione e distribuzione dei pasti. 

Questi elementi hanno istruito lo sviluppo di un software di tracciamento del cibo creato su misura. I dati raccolti dal software sono consultabili in tempo reale, è possibile elaborare report e analisi che consentono di migliorare la gestione della filiera e ridurre lo spreco alimentare, quantificando i consumi reali e quelli evitati (CO2 e acqua non consumate): riduzioni e mitigazioni che generano valore economico. Infine, nel progetto sono stati sviluppati manifesti e ricettari volti a migliorare l’offerta alimentare dei centri, e promuovere un’educazione alimentare sana e sostenibile. 

Il principale esito di “Frassati FOODprint” è la soluzione digitale, l’app Community Foodprint, che come detto è in grado di tracciare le emissioni lungo il percorso del cibo fornendo metriche concrete all’impatto positivo del recupero alimentare praticato da Cooperativa Frassati. Come Studio SHIFT siamo particolarmente legati a questo progetto perché offre un’opportunità di cambiamento semplice e pragmatica per migliorare la salute delle persone senza fissa dimora, oltre ad ottimizzare le pratiche di sostenibilità ambientale della cooperativa, fornendo metriche molto concrete di watrer- e carbon-footprint.

Nel contesto più ampio della ricerca e dell’innovazione sociale nel territorio piemontese, “Frassati FOODprint” costituisce l’esempio tangibile di come l’integrazione tra il Design dei Servizi e la pratica dei Data Visualization siano stati una risposta vincente per questa sfida sociale. 

La soluzione stimola un atteggiamento responsabile in campo alimentare ed ambientale, risolvendo in modo innovativo il problema di valorizzare l’impatto del recupero alimentare: tema comune a diversi enti del terzo settore e comunità con i medesimi servizi e obiettivi. Per questo, l’iniziativa è stata anche menzionata nel report di Fondazione Sant’Agata dedicato al bando Wonder; il documento afferma che il progetto è “un’iniziativa innovativa che si propone di ridurre lo spreco alimentare e promuovere un’alimentazione sana e sostenibile” e sottolinea inoltre che “ha il potenziale di essere replicato in altri contesti”. Anche la prestigiosa rivista Touchpoint ci ha dedicato uno spazio di racconto per dimostrare che le Imprese Benefit possono coniugare soluzioni di prodotto win-win-win ovvero buone per sé, per il cliente ma anche per le proprie comunità di riferimento e per il Pianeta.

DS Bogota – Call for designer

Design for social (volume, I ed).

Il progetto Design Sprint 4 ETS

Il nostro primo Report Integrato

Progetto HEROS

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